Casato Espero d'Arno
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Casato Espero d'Arno

Forum della famiglia Espero..Espero d'Arno
 
IndiceUltime immaginiCercaRegistratiAccedi

 

 Quel che io sono un giorno tu sarai

Andare in basso 
3 partecipanti
AutoreMessaggio
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Mar 19, 2010 9:27 pm

Tutto era buio intorno, l'unica luce veniva da un punto lontano oltre il limitare della foresta. Le gambe erano stanche, sembravano cedere da un momento all'altro ma lei non si fermava, correva e continuava a correre da quelle che sembravano ore. Il respiro era affannato, la fronte madida di sudore ed i capelli al vento le frustavano il viso; si voltò alle sue spalle senza smettere di correre ma non vide nulla se non una distesa sconfinata di arbusti, alberi e radici. Non sapeva dove si trovava né dove era diretta, seguiva quella luce rossa al di là del bosco. Il cuore pareva scoppiarle nel petto, un senso di angoscia e di terrore la pervadevano senza motivo, qualcosa dentro di lei le diceva che non doveva fermarsi che per nessuna ragione doveva rallentare il passo, che ad ogni costo doveva raggiungere quella luce lontana.
Era ormai all'altezza degli ultimi alberi che segnavano l'inizio di un enorme prato quando la ragazza inciampò in una radice cadendo su un cumulo di pietre appuntite. Con un espressione di dolore dipinta in volto si guardò le braccia e le mani ricoperte di sangue, trattenendo un grido si rialzò ed alzando lo sguardo dalle ferite cercò di individuare la luce che fino a quel momento l'aveva guidata.
Per un attimo sentì una lama perforarle il petto, il respiro le mancò totalmente. Nessun dolore fisico poteva essere comparabile a quello che provava vedendo quel disastro.
Senza rendersene conto i suoi piedi cominciarono a muoversi lenti tra quelle che erano le macerie della sua casa. Quello che vedeva non poteva essere vero. Doveva essere un incubo, un terribile incubo dal quale si sarebbe svegliata; si guardò intorno in cerca di qualcosa che potesse dirle che quella non era la sua dimora dove aveva passato gli anni dell'infanzia e dove tutta la sua famiglia risiedeva. Non era quella, non poteva essere quella.
Qualcosa sotto il suo piede si infranse e istintivamente fece un passo indietro, non ci mise molto a riconoscerlo e chinandosi spostò un mattone e la polvere che in parte lo coprivano. Il vetro dello specchio era ormai crepato ed in parte in frantumi, conosceva benissimo quella bellissima specchiera davanti alla quale la cugina la truccava e pettinava ogni mattina quando era solo una bambina. Non vi erano dubbi ora, quell'ammasso di macerie era la sua casa o almeno quello che ne restava.
Una fitta allo stomaco la fece piegare in due, dentro di lei qualcosa la perforava come fossero mille coltelli, un dolore indescrivibile che mai avrebbe voluto provare. Le lacrime bagnavano la polvere e la terra che si erano depositate sul suo viso sporcandolo, era lì estraniata dal mondo esterno immersa nel suo dolore incapace ancora di concepire la distruzione che la circondava quando udì una musica. Fece un profondo respiro cercando di far cessare i singhiozzi che ormai le facevano tremare tutto il corpo, alzandosi a fatica come se un peso la gettasse a terra per farla restare lì tra quelle macerie si allontanò in cerca del punto preciso da cui proveniva la melodia. Spostò resti di quelli che una volta erano tavoli, sedie, credenze e quadri senza alcun successo, era ormai allo stremo delle forze quando vide il carillon che suo padre le aveva donato al suo terzo compleanno. Intatto giaceva a terra e la sua ballerina piroettava perfettamente su quelle note come sempre; senza indugio gli si avvicinò e quando fece per raccoglierlo una mano afferrò il suo polso. La ragazza urlò spaventata cercando di divincolarsi da quella stretta, chiudendo gli occhi non smise un secondo di urlare ma una voce flebile la chiamò
“Anna, aiutaci” udendola si zittì all'istante; riconosceva quella voce, era la prima che aveva udito dopo essere venuta al mondo, quella del padre.
Col fiato sospeso si chinò al suo fianco, le lacrime stavano per sgorgare ancora dai suoi occhi e la voce le tremava fortemente impedendole di parlare
“Dov'eri figlia mia? Il palazzo..loro..l'hanno distrutto” con una smorfia di dolore si interruppe ed Anna lo guardò, incapace di muoversi o fare qualcosa per aiutarlo “Figlia mia noi credevamo in te. Dovevi proteggere il tuo palazzo, la tua famiglia. Ci hai abbandonati”.
Disperata scosse il capo facendo ricadere alcune lacrime sul volto del padre “No papà, io..io ero..non vi ho abbandonati. Sono sempre stata qui, ogni volta”
“Ma non c'eri mentre noi avevamo bisogno di te. Eravamo soli, potevi salvarci e ora..sono morti tutti” quelle parole fecero divenire pallida la giovane. Quel che più temeva si era trasformato in realtà, aveva deluso tutti, era una debole, aveva lasciato la sua famiglia, l'unica cosa importante nella sua vita e non era stata al loro fianco nel momento del bisogno a lottare con loro per la vita.
Col poco fiato che aveva in corpo Cosimo proseguì la sua storia che ad ogni parola stremava sempre più la figlia
“Arquer, lui è stato il primo a..” si interruppe tossendo mentre Anna al solo udire quel nome aveva alzato il capo incrociando lo sguardo del padre, gli occhi le tremavano “..lui, li è andato incontro. Temeva tu fossi ancora in casa. Voleva proteggerti, si è gettato tra quegli uomini; ha lottato ma erano troppi e lui solo. Non poteva farcela e quei vigliacchi non hanno avuto pietà, ti amava ed è morto per questo. Ha pronunciato il tuo nome prima di cadere sul campo di battaglia” disse con sguardo duro Cosimo come se quella fosse la sua prima ed ultima punizione impartita alla figlia che li aveva lasciati soli a morire.
Incapace di restare lì oltre si alzò sussurrando fra sé e sé scuse che non avrebbero riportato in vita i suoi familiari, farneticava i loro nomi e per ultimo quello del compagno. Non poteva essere morto, l'uomo che le aveva fatto conoscere l'amore e le aveva insegnato cosa voleva dire vivere davvero non poteva essersene andato per sempre. Pensava, non riusciva a smettere di pensare, di sperare che tutto quello fosse solamente finzione, che tutto tornasse come prima.
La sua mente si zittì, nulla le passò più per la mente quando vide quel corpo, l'elsa della spada ancora stretta nel pugno e la fronte bagnata di sangue. Corse accanto ad Arquer e quando fu là, sopra di lui, il mondo le sembrò caderle addosso, un urlo straziante risvegliò quella notte silenziosa e cupa e mentre i singhiozzi la percuotevano nuovamente si distese per terra vicino al corpo del ragazzo. Il suo cuore era stretto in una morsa, sembrava aver smesso di battere nell'istante preciso in cui aveva varcato il limitare della foresta; tremando accarezzò il viso ed i capelli del ragazzo, disegnò i contorni di quelle labbra che ormai conosceva a memoria.
Era finita, era morta quella sera con tutte le persone che amava. Non vi era motivo perché continuasse a vivere. Sicura aprì le dita di Arquer, prese la spada che aveva impugnato fino all'ultimo respiro. Morire era l'unica soluzione che vedeva.
Stava per farlo quando una risata fredda fece nascere l'ira in lei, si voltò per identificare da chi provenisse, chi stesse ridendo delle sue perdite e del suo dolore; non dovette cercare a lungo che li vide. Un gruppo di cavalieri incappucciati a cavallo di grandi destrieri neri dagli occhi di fuoco come quelli dei loro fantini, non vi era alcun dubbio erano stati loro a portare morte e distruzione in quel luogo che fino ad allora la giovane aveva considerato sicuro e immerso nella perfetta pace e beatitudine. L'odio e la voglia di vendetta le annebbiarono la vista e la capacità di riflettere, stringendo la spada ancora sporca del sangue di qualche nemico cominciò a correre nella loro direzione consapevole che quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe fatto....

….con un grido scattò seduta sul letto, il respiro pesante come se avesse davvero corso tutta la notte. Con gli occhi spalancati e pieni di terrore si guardò attorno, tutto nella sua stanza era al proprio posto, il carillon sopra il comodino e la specchiera, posata contro la parete, rifletteva la debole luce del mattino che filtrava attraverso le tende di velluto.
Era stato tutto un incubo, nessuno aveva assaltato il palazzo e ucciso la sua famiglia ma il terrore, il senso di incapacità ed inutilità che aveva provato restavano dentro di lei. Continuava a pensare a quel che aveva vissuto che ancora le pareva fin troppo reale quando, tenendo lo sguardo fisso al soffitto della camera, stanca e spossata si gettò all'indietro facendo riaffondare la testa nel soffice cuscino bianco


Ultima modifica di Anniusca il Dom Apr 04, 2010 2:41 pm - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
Amèlie

Amèlie


Numero di messaggi : 9
Data d'iscrizione : 18.11.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Mar 19, 2010 9:29 pm

Quella mattina Amélie l'aveva dedicata a spolverare e rassettare il pian terreno della dimora; correva da una stanza all'altra indisturbata in quanto il padrone di casa si trovava fuori per la sua quotidiana passeggiata a cavallo e la figlia ancora dormiva nella sua camera.
Stava riponendo delicatamente nella vetrinetta di una credenza della sala da pranzo un servizio di bicchieri di cristallo, dono di una cara amica di famiglia agli Espero, quando un urlo la fece sobbalzare spaventata facendole cadere uno dei fragilissimi calici mandandolo in frantumi.

“Oh mon Dieu”
esclamò portandosi una mano al petto e dirigendo lo sguardo verso i primi gradini di marmo che portavano alle stanze dei piani superiori, attenta a non pestare i frammenti del bicchiere corse verso la scalinata e preoccupata la salì fin quando non raggiunse il corridoio. Si voltò a destra e poi a sinistra in cerca della donna che aveva appena emesso quell'urlo che le aveva fatto raggelare il sangue, il corridoio era vuoto e solo i suoi passi risuonavano tra quelle pareti. Agitata si mosse verso la camera da letto di Anna e appena fu davanti la porta posò la mano sulla fredda maniglia abbassandola lentamente; con calma la accompagnò finché non si fu aperta abbastanza per permetterle di entrare nella camera, appena ebbe messo la testa all'interno scrutò il letto dove immediatamente vide la giovane ragazza supina, lenzuolo e coperte giacevano per terra segno che quella era stata una notte movimentata da sogni agitati.
Silenziosamente fece qualche passo in direzione della finestra e appena ebbe attraversato l'intera camera prese in mano la tenda facendola scorrere così che la luce del sole potesse entrare maggiormente ad illuminarla.
Gettò nuovamente uno sguardo al letto dal quale Anna non accennava a muoversi, preoccupata si sedette ai piedi di questo
“Mademoiselle” sussurrò appena “tutto bene? Ho sentito il grido di prima, cosa è successo? Un brutto sogno?” cercava di incrociare i suoi occhi ma questi erano puntati fissi al soffitto "Solo un incubo Amélie, non preoccuparti. Prepara i miei abiti, devo uscire e schiarirmi le idee” senza aggiungere altro si voltò su un fianco tornando nello stato di mutismo in cui la cameriera l'aveva trovata. Amélie si alzò e raggiunto l'armadio estrasse alcuni abiti puliti riponendoli sulla sedia “Mademoiselle, la colazione..” cominciò a dire mentre ripiegava con cura una camicia ma subito sobbalzò a sentire il tono risoluto con cui la giovane le rispose “Non ho intenzione di mangiare nulla Amélie, lascia lì gli abiti finirò io di sistemare tutto. Continua le faccende di casa; non aspettatemi per pranzo. Vai pure, grazie”. Sorpresa dal tono distaccato e leggermente triste con cui Anna le aveva parlato si allontanò da quella stanza richiudendo dietro di sé la porta nel preciso istante in cui la ragazza si decise ad alzarsi dal letto.
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeSab Mar 20, 2010 7:46 pm

Cosimo si trovava dentro un armatura nuova che aveva acquistato durante un suo viaggio e messo sopra il suo cavallo provava a collaudare tutti i movimenti del caso.....davanti a lui un fantoccio, con a sinistra uno scudo e una lancia a destra simulava il suo nemico...
Armato di lancia e scudo anche lui prese la concentrazione pensando che al posto del fantoccio ci fosse una persona vera..prese bene le briglie e con i talloni calciò il suo cavallo che iniziò così a corrrere....sapeva bene che non era lo stesso che trovarsi di fronte ad un soldato vero o magari ad un brigante, ma era comunque un buon allenamento....
L'impatto con il fantoccio arrivò dopo pochi istanti...il colpo che diede fu abbastanza forte da far andare all'indietro il suo finto avversario...il rumore provocato dal galoppo di Fulmine e dal colpo dato dalle lancie fece scappare degli uccellini che cinguettavano su di un albero...
Cosimo non amava allenarsi troppo vicino al palazzo..non voleva che prima Perseide e poi Anniusca lo vedessero...per le sue piccole aveva sempre immaginato un futuro sereno lontano dalle armi con affianco sempre un uomo pronto a difenderle e così con il suo Fulmine e in compagnia dei suoi cugini si allontanava verso la foresta...
spesso non diceva neanche dove andasse, diceva soltanto che usciva a passeggiare anche se l'armatura che indossava non prometteva mai nulla di buono. Spesso era sua cugina Roy a dovergli passare degli unguenti sulle spalle e a volte lo faceva da solo di nascosto per non farsi rimproverare sempre da lei che il più delle volte lo prendeva in giro....
Cosimo raddrizzò il fantoccio, tornò al suo posto e riprese la sua concentrazione....respirò profondamente...briglie ben salde e di nuovo contro quel nemico immaginario
Torna in alto Andare in basso
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Apr 02, 2010 8:33 pm

Non voleva incontrare nuovamente Amélie che premurosa ed attenta come sempre avrebbe insistito ancora per farla mangiare, scese in punta di piedi le scale con gli stivali in mano per fare meno rumore possibile e una volta arrivata al pian terreno, udendo la francese fischiettare allegramente nel salotto, decise di uscire dalla porta sul retro della cucina.
Appena varcò la soglia si trovò nell'orto della residenza le cui spezie e verdure venivano usate per uso personale dei padroni di casa e immediatamente la forte luce del sole la costrinse a chiudere gli occhi, mise una mano all'altezza delle sopracciglia come a ripararsi dai raggi che sembravano volerla contagiare con la loro solarità e gioia di vivere ma ogni tentativo era vano: pur volendo non riusciva a cancellare dalla sua mente quell'orribile incubo.
Si sedette su una panca in legno e posato accanto a sé il mantello cominciò ad infilare lentamente i neri stivali ai piedi, alzandosi allungò una mano a prendere la cappa ma subito sentì qualcuno tirare nell'altro verso facendole retrocedere la spalla. Sbuffando si girò pronta a discutere con chiunque la stesse disturbando, aveva già preso fiato quando voltatasi non vide nessuno; corrugò la fronte senza capire ma in quel preciso momento avvertì un altro strattone provenire dal basso seguito da un latrato. Sorrise fra sé e sé mentre con sguardo severo guardava il giovane lupo ai suoi piedi che reggendosi sulle zampe posteriori posò le anteriori sull'addome della ragazza
“Non ho tempo di giocare ora Thor mi dispiace. Vai da Odino da bravo, io devo restare sola per un pò” gli disse dolcemente scostandosi e riprendendo possesso del mantello. Senza voltarsi attraversò l'orto e giunta alla staccionata chiuse dietro di sé il cancelletto impedendo al lupo di seguirla oltre.

Si era inoltrata nella foresta a piedi senza nemmeno prendere il cavallo, era passata qualche ora da quando era uscita di casa ma né la stanchezza né la fame si facevano sentire. Ad ogni suo respiro una nuvola di vapore le usciva dalla bocca per il freddo che ancora soggiornava in quei luoghi, il tappeto di foglie ed erba era ricoperto da un leggero strato di brina che sotto ogni passo scricchiolava accompagnando quella lenta marcia; appoggiandosi al tronco di un faggio alzò la testa e osservò i rami degli alberi che si intrecciavano e si toccavano come fossero timidi amanti che si abbracciavano ed accarezzavano, chiuse gli occhi facendosi trasportare dal dolce canto di un uccellino solitario che superbo dava il meglio di sé per risvegliare la foresta da quell'inverno senza successo.
Era immersa in quella pace, lontana da ogni pensiero buio quando un forte rumore la fece sobbalzare. Sembrava il cozzare di ferri tra loro ed incuriosita riprese a camminare, si arrampicò su per la collina al di là della quale nasceva quel trambusto e nella piana la luce del sole si rifletteva sulla splendente armatura del cavaliere che a cavallo del suo destriero caricava contro un fantoccio munito di scudo. Lo osservò in silenzio senza disturbarlo, affascinata dalla sua abilità non lo perse di vista un attimo e quando, sceso da cavallo si tolse l'elmo lo riconobbe immediatamente.
Non aveva mai visto suo padre usare una spada e le poche volte che lei stessa l'aveva impugnata lui l'aveva guardata cupo come se temesse che la figlia potesse essere attratta da un oggetto così pericoloso. Inginocchiatasi si nascose dietro un tronco dal quale era certa che l'uomo non l'avrebbe vista né riconosciuta, più lo guardava e più qualcosa dentro il suo cuore si accendeva, si risvegliava, prendeva possesso di lei.
Avrebbe imparato ad usare le armi, sarebbe diventata abile come il padre così da poter difendere chi amava se fosse stato necessario..
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 1:21 pm

Ancora una rincorsa contro quel fantoccio, proprio quando alle sue spalle un rumore gli suonò diverso da tutti gli altri...
non il rumore degli zoccoli del cavallo neanche il vento che soffiava...
ormai il suo cavallo era partito, aveva perso la concentrazione a causa di quel rumore di qualla sensazione e quando si accorse che la finta lancia del fantoccio lo aveva preso in pieno petto fu troppo tardi per poterla evitare...
Caddè da cavallo con un tonfo sordo...l'animale dopo essersi allontanato un po andò ad accertarsi che il suo padrone stesse bene dandogli modo di aiutarlo a rimettersi in piedi facendosi afferrare...
Cosimo si rimise in piedi con qualche difficoltà ma vi riuscì....guardò lontano dove pensò di aver sentito qualcosa...nulla....
Pensò che era solo stanco e che fosse giunta l'ora di tornare a casa....
si tolse cosi l'armatura, smontò il fantoccio e mise il tutto dietro a dei cespugli e massi....
l'avrebbe ripresi piu tardi forse....era certo che nessuno li avrebbe mai trovati e non voleva farsi vedere in quel modo a casa....
si sistemò e prendendo il suo cavallo per le briglie decise di camminare a piedi....
Camminando si mise a pensare al suo amore Flisabel, a sua figlia, alla sua famiglia....gli capitava ogni qual volta che cadeva da cavallo colpito da quel fantoccio, e inziava a riflettere su cosa potesse accadere se fosse un vero nemico a buttarlo giu da cavallo...sospirò cercando di non pensarci.
Arrivò davanti al suo palazzo entrò dentro dopo aver lasciato il cavallo dentro la stalla. Appena vide Amèlie le domandò se avesse visto la sua cucciola

no, io non avere visto..
Cosimo la ringraziò e andò in camera sua a riposarsi sdraiandosi sul letto
Torna in alto Andare in basso
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 7:38 pm

La sua schiena aderiva completamente alla corteccia dell'albero, aveva portato una mano alla bocca e ancora tratteneva il respiro per paura che un altro rumore potesse allarmare il padre. Chiuse gli occhi e strinse tra le dita alcuni ciuffi d'erba quando dalla piana salì un fragore e preso coraggio si sporse, vide l'uomo che aggrappatosi alle briglie del cavallo cercava di rimettersi in piedi dopo una brutta caduta e lottò contro se stessa per non correre a soccorrerlo. Restò invece lì dietro ad osservarlo nascondere il fantoccio, l'armatura ed alcune armi dietro un cespuglio per poi allontanarsi a piedi tenendo fra le mani le redini del destriero. Lo seguì con lo sguardo finché non scomparve nelle foresta, non appena fu certa d'essere sola cautamente si alzò e scavalcato un ceppo cominciò a discendere il pendio che portava alla radura che il padre aveva appena abbandonato.
Camminò lentamente, la terra sotto i suoi piedi era sollevata e mossa dalle cariche di Fulmine il segno dei cui zoccoli ancora si vedeva sulla neve e la tenera erba che spuntava. Senza fermarsi andò fino al rovo dietro il quale Cosimo aveva occultato il nemico inanimato col quale si era affrontato fino a poco tempo prima, scostò qualche ramo attenta a non ferirsi con alcuni spini fin quando non vide il fantoccio con accanto lo scudo e la lancia che prima impugnava. Allungò un braccio e trascinò ogni cosa fuori sul prato, a fatica li sollevò piantando il bersaglio a terra e facendogli impugnare le sue armi; indietreggiò di un passo osservandolo e senza perderlo di vista cominciò a girargli attorno.
Quando aveva otto anni il padre aveva insistito per insegnarle a difendersi a corpo libero, non avrebbe impugnato una spada ma sarebbe stata in grado di difendersi in caso di attacco di briganti se fosse stato necessario durante uno dei loro numerosi viaggi. Piegò leggermente l'addome strinse i pugni e mise le braccia in posizione di difesa così che il suo nemico non potesse ferirla, posò tutto il peso sulla gamba sinistra ed alzò l'altra andando a colpire il fianco del fantoccio con un forte calcio. Lo osservò vacillare e sorridendo tornò con entrambi i piedi a terra, continuò ad aggirarlo e a sferrargli calci ritmicamente; non appena gli fu di fronte si abbassò come se il suo nemico avesse tentato di affondare un colpo e velocemente gli si avvicinò pronta a colpirlo sulla tempia con il gomito del braccio.
Un dolore lancinante la fece piegare e portare istintivamente la mano al fianco, non appena se lo toccò strinse i denti e si osservò il palmo bagnato di sangue e la lama della lancia del fantoccio che portava gli evidenti segni della ferita che aveva appena inferto alla ragazza. Senza badare al patimento che premere il taglio le procurava tamponò con la camicia cercando di rallentare il flusso.
Senza fretta abbandonò il campo di battaglia dichiarando la sua prima sconfitta.

Trascinava i piedi quando giunse finalmente in prossimità della casa, Thor appena la scorse alzò il muso e montando col le zampe sulla staccionata guaì mentre la giovane oltrepassava il cancelletto; preoccupato vedendo la sofferenza dipinta sul volto della padroncina la scortò premurosamente fino alla porta sul retro fin su le scale dove la ragazza, attenta a non fare il minimo rumore che potesse richiamare la cameriera o il padre, richiuse la porta della sua camera. Il lupo salì sul letto e tranquillo vi si distese sopra, Anna senza smettere di premere la ferita frugò sopra una cassettiera, dentro l'armadio ed i cassetti del comò in cerca di qualche benda. Aperto l'ennesimo cassetto trovò ciò che cercava, estrasse le garze e spogliatasi della camicia si sedette vicino alla finestra cercando di apporre il bendaggio. Stava per farle girare intorno la vita per la seconda volta quando si bloccò vedendo la maniglia della porta abbassarsi, qualcuno aveva udito i suoi passi nella stanza.
Non poteva far altro che sperare che il padre non la vedesse in quello stato...
Torna in alto Andare in basso
Amèlie

Amèlie


Numero di messaggi : 9
Data d'iscrizione : 18.11.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Apr 09, 2010 7:39 pm

Tra le braccia teneva lenzuoli e biancheria pulita e fresca di bucato distribuendola nelle varie camere un po' alla volta; era nel corridoio principale quando notò le impronte bagnate per terra, le riconobbe subito come quelle di Thor che in qualche modo era riuscito ad entrare in casa sporcandola da cima a fondo dopo tutta la fatica fatta dalla cameriera per renderla linda. Sbuffò mentre con lo sguardo seguiva quelle tracce che lo tappezzavano per tutta la lunghezza, fece un altro passo verso la stanza successiva borbottando quando il suo piede scivolò e tutti i panni finirono per aria. Velocemente allungò le braccia appendendosi alla mano di una statua evitandosi una rovinosa caduta, aveva appena tirato un sospiro per lo scampato pericolo quando si ritrovò col fondoschiena sul pavimento e la mano della preziosa statua fra le sue.
Impallidendo guardò il danno fatto lasciandosi scappare un mormorio di parole in uno stretto dialetto provenzale il cui significato era senza ombra di dubbio poco ortodosso, a gattoni raggiunse i lenzuoli che le erano caduti poco prima e dopo averli ripiegati vi nascose dentro l'arto mozzato. Si alzò guardando il punto in cui era sbadatamente scivolata e notò altre impronte bagnate, non erano di certo quelle del lupo, aggrottando la fronte le seguì finchè non si trovò davanti la porta della camera da letto di Anna. Incuriosita dall'agitato movimento che vi sentiva all'interno posò l'orecchio contro il legno cercando di capire cosa stesse accadendo, qualcuno frugava alla rinfusa in ogni dove camminando il più silenziosamente possibile da una parte all'altra della stanza. Non poté più trattenersi, la sua curiosità di capire cosa stesse accadendo era troppa e liberandosi una mano aprì lentamente la porta.
Nel momento stesso in cui lo fece ogni rumore cessò, per un attimo temette d'essersi sbagliata, d'aver immaginato solo quel trambusto ma ormai non poteva richiudersi la porta alle spalle: avrebbe riposto la biancheria pulita e poi avrebbe trovato un nascondiglio alla mano mozzata della statua. Era appena entrata quando vide il lupo sul letto che udendola aveva alzato le orecchie
“Thor! Giù, immediatement. Se padroni sanno che tu sei lì loro arrabbiano con me. Forza, torna dans le jardin! Che poi...” non terminò la frase notando la figura che stava dirimpetto la finestra coprendosi il petto con le braccia. Strabuzzando gli occhi Amélie fece ricadere le federe sul lupo coprendolo ed andò incontro alla ragazza che subito aveva abbassato lo sguardo “Mademoiselle, che succede? Voi oggi siete strana, vi prenderete malanno stando qui senza camicia. Su vestitevi”.
Fece per afferrare la camicia di Anna ma immediatamente ritrasse il braccio vedendola sporca di sangue, incapace di parlare guardava l'indumento e poi la padroncina finchè non si soffermò sulle bende che la ragazza stava cercando di mettersi; rimase qualche istante ad osservarle fino a quando non identificò anche su quelle qualche macchia di sangue. Non aveva mai sopportato la vista di quel liquido rosso ed anche il solo sentirne l'odore le faceva girare la testa, tastò nei dintorni in cerca di una sedia e non appena la trovò vi si sedette.
Fece un paio di respiri profondi chiudendo gli occhi e quindi tornò a guardare Anna che non si era mossa di un passo, la fissò negli occhi in cerca di risposte con la certezza che non le avrebbe avute, facendosi coraggio si alzò e aperto un cassetto prese tra le mani un unguento. Non servirono parole per farsi capire che la ragazza già aveva disfatto il bendaggio attendendo le premurose cure della fidata cameriera, Amélie la osservava mentre le apponeva la pomata, vedeva quell'espressione di dolore ogni volta che sfiorava la ferita e avrebbe voluto fare altro per aiutarla ma senza sapere cosa fosse accaduto quello era di certo il massimo che potesse fare.
Fece un ennesimo giro intorno ai fianchi con le bende attenta a non legarle troppo stretto e poi sospirò
“Non dire nulla a mio padre Amélie, quello che hai visto ora in questa stanza, la mia ferita, il sangue..Non deve uscire da queste mura” il suo tono era piatto, quasi gelido ed irriconoscibile, un semplice cenno del capo in segno di intesa e la francese afferrata la camicia bagnata fece per andarsene quando una parola le fece ritornare il sorriso “Grazie”.
Non si voltò nuovamente ma richiuse la porta dietro di sé lasciandovi all'interno il segreto della ragazza.
O questo era quello che pensava...
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeLun Apr 12, 2010 10:28 pm

Cosimo si alzò ancora dolorante per via della caduta da cavallo dal suo morbido letto, si dette una rinfrescata e si cambiò d'abito..quanto meno ora si poteva ritenere riposato..
Decise di andare nella cucina, luogo inusuale per lui agli occhi di molti, ma allo stesso tempo luogo che frequentava lontano da occhi indiscreti ogni qual volta il suo stomaco lo richiedesse, a volte pensava che se non si fosse tenuto in allenamento con quel finto fantoccio, sarebbe sicuramente ingrassato...
Percorse un corridoio dove vi erano diverse porte e tra una porta e un altra delle statue di dee greche, amva guardarle, per quanto non fosse un patito della mitologia greca conosceva tutti i loro nomi e le lora gesta, fin quando notò che una di queste....Maremma ladra ma a questa manca un braccio..mm sicuramnte è opera di quel gattaccio di Pulce che sale ovunque...un giorno lo fo salire io a calci però..
Dopo aver brontolato un po raggiunse la cucina e iniziò ad aprire le credenze in cerca di qualcosa di appetibile..
trovò delle fette di pane e mentre cercava delle fette di lardo di Colonnata da metterci sopra si accorse che la cameriera francese l'osservava divertita
Cosimo rimase immobile colto in flaglante..
Ecco chi essere che ruba il pane e magari vous cherchez le lard!!
Cosimo per un attimo si imbarazzò ma no Amèlie , ma quale lardo...cercavo del pane da dare a Odino è sempre così affamato...mica penserete che mi metta a mangiare di nascosto!!
I due scoppiarono a ridere di fronte all'evidenza
bien, vi voglio credere...si dice così? credere?
Cosimo le rispose oh si si , va benissimo, ormai il vostro italiano è migliore di quello di mia figlia, a proposito...ma dovè? è tutt'oggi che non la vedo, si sarà mica persa per il palazzo la bischera..
La ragazza francese si fece seria improvvisamente..Non ditemi che è andata a trovare altri animali da portare a casa..
a questa che voleva essere una battuta la francesina non sorrise restando seria e rispondendo..Non so, non avere visto neanche io.. Qualcosa non convinceva Cosimo..
Ne siete sicura mademoiselle?
Torna in alto Andare in basso
Amèlie

Amèlie


Numero di messaggi : 9
Data d'iscrizione : 18.11.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeLun Apr 12, 2010 11:07 pm

Amélie non sapeva dove posare lo sguardo, incerta lo spostava per la stanza senza fermarlo evitando prima di ogni cosa di incrociare quello di Cosimo certa che se l'avesse fatto non sarebbe riuscita a mentirgli né tanto meno ad essere credibile. “Io penso che lei è fuori con Thor, ho intravisto mentre ero in cucina che era in giardino probabilmente è andata al pozzo; sarà di ritorno per pranzo penso” trattenne il respiro mentre sentiva che l'uomo la stava scrutando, tenne lo sguardo fisso sulla punta delle sue scarpe senza alzarlo e finalmente tirò un sospiro di sollievo quando sentì l'uomo addentare il pezzo di pane “Spero torni presto perchè ho una fame che non ci vedo e se non si sbriga rischia di non trovare nulla”. Cosimo scoppiò a ridere e Amélie per nascondere la sua tensione fece lo stesso finchè non vide l'espressione dell'uomo congelarsi ed aggrottare la fronte mentre guardava oltre la ragazza, preoccupata d'essere stata scoperta non riuscì a voltarsi; stava per aprire bocca quando qualcuno da dietro la spinse facendole cadere i lenzuoli che aveva in mano.
Posando le mani per terra riuscì ad evitare per la seconda volta una pericolosa caduta, guardò il pavimento a qualche centimetro dal suo naso, i capelli ramati le ricadevano ai lati del viso coprendolo e soffiando cercò di spostarli. Era ancora lì per terra domandandosi come fosse potuta cadere che qualcosa di umido le bagnò la guancia destra, d'istinto si voltò e vide il muso del lupo che subito le diede un'altra leccata al viso; sedutasi sulle ginocchia cercò di allontanarlo da sé, ora capiva il perchè di quell'espressione di Cosimo: alla vista di Thor aveva dedotto che anche la figlia doveva essere in casa e che la cameriera non gli aveva detto la verità. Timidamente alzò il capo fin quando non vide l'uomo raccogliere la mano della statua che era ricaduta ai suoi piedi, ridendo la raccolse
“Ed io che pensavo fosse stato quella peste di Pulce” con uno sguardo dolce la guardò cercando di rassicurarla ma si fece serio quando un panno tra tutti quelli sparsi per terra attirò la sua attenzione: la camicia della figlia. Amélie cercò di capire cosa l'uomo stesse fissando ed appena comprese divenne pallida in volto, allungò una mano nel tentativo di afferrare il capo di vestiario ma Cosimo fu più veloce di lei.
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeLun Apr 12, 2010 11:33 pm

Quando la ragazza provò a riprendere la camicia che Cosimo aveva in mano, la portò a sè impedendole il gesto...conosceva quella camicia e sapeva che non poteva essere della ragazza francese per il tessuto pregiato che lei non poteva permettersi....era della figlia...
Cosimo spiegò la camicia e vide meglio quello che aveva intravisto....una macchia di sangue e uno strappo....portò gli occhi sulla ragazza...
cosè questo? cosa è successo..?
la francese abassò gli occhi e quasi a bassa voce sussurrò...
Ho preso la camicia di vostra figlia...è così bella...ma...mi sono fatta male? si dice cosi?
Cosimo sospirò..si, si dice così..ma come hai fatto a farti male...non mi sembri neanche ferita ...eppure il sangue sembra fresco..
Alzò lo sguardo guardandolo timidamente negli occhi...sembra una brutta ferita ma non lo è ,solo piccolo graffio,Je suis désolée d'avoir volé la chemise, j'espére de ne perdre pas mon emploi Cosimo la guardava sospettoso...
mi è passato l'appetito, non posso pensare che una persona di cui mia figlia si era fidata le rubi una camicia....ti abbbiamo dato tutto, potevi chiedere se non a me magari a mia figlia....dove si trova....le voglio parlare...si trova in camera sua vero?
la ragazza impallidì di nuovo e fu come aver detto di si a Cosimo che tenendo l'indumento in mano si diresse verso le stanze al piano di sopra...
La ragazza gli andò dietro cercando di tenere il passo dell'uomo
Monsieur, per favore non dite nulla a vostra famiglia....
ma Cosimo non l'ascoltava...e arrivato davanti alla porta della figlia vedendo che era soccchiusa bussò e istintivamente aprì
Torna in alto Andare in basso
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeLun Apr 12, 2010 11:41 pm

Appena Amélie ebbe lasciato la stanza la ragazza indossò la vestaglia in broccato color porpora e strinse dolcemente la cinta in vita così che non facesse troppa pressione sulla fasciatura e la ferita. Prese dal comò una brocca piena d'acqua che versò in una bacinella di ceramica, la riempì per metà ed adagiata la caraffa sul mobile immerse le mani nella fresca acqua, le sfregò fra di loro e osservò il liquido dipingersi di una sfumatura rossa per il sangue che dopo essersi rappreso sulle sue mani ora si scioglieva e dissolveva.
Aveva appena finito di asciugarsi su un asciugamano bianco quando la porta della sua stanza si aprì all'improvviso, Cosimo serio in volto si diresse verso la figlia che con un'espressione indecifrabile lo osservava
“E' buon costume bussare prima di entrare nella camera di una dama padre. E' comunque un piacere vederti, spero tu abbia passato una buona mattinata” gli disse con tono piatto e un po' seccato per quell'irruenta entrata; stava per continuare ancor più infastidita chiedendogli il perchè di quella sua visita quando la voce le si gelò, le corde vocali bloccate alla vista di ciò che il padre stringeva in mano.
Andando con lo sguardo oltre le spalle dell'uomo vide la cameriera, nei suoi occhi si vedeva il terrore di chi era stato scoperto, Amélie cercò di aprire bocca per giustificarsi ma alzando bruscamente una mano Cosimo la zittì all'istante e prese la parola
“La riconosci questa vero Anna?” non attese alcuna risposta e riprese a parlare “Amélie ha cercato di rubartela questa mattina, evidentemente la fiducia che le abbiamo accordato non è bastata a farle mettere una mano sulla coscienza ma anzi ci ha derubati in casa nostra. Io non deciderò nulla, ho solo voluto esprimere la mia indignazione per questo fatto increscioso, rimetto a te la decisione”.
Anna abbassò lo sguardo, si sentiva colpevole come poche volte prima: Amélie rischiava di perdere il suo lavoro e la fiducia del padre per lei, per il suo segreto. Non poteva farle pagare un prezzo così alto per la sua fedeltà, attraversata la stanza arrivò fin davanti alla ragazzina francese, i suoi occhi erano lucidi e stava a stento tratteneva le lacrime, Anna le posò una mano sulla spalla “Amélie potresti per favore lasciare me e mio padre soli? Per favore” senza farselo ripetere due volte uscì velocemente dalla camera richiudendo la porta dietro di sé.
La ragazza dava le spalle al padre, non riusciva a sostenere lo sguardo dell'uomo ma sapeva che avrebbe dovuto farlo
“Amélie non ha rubato quella camicia papà, lo ha detto per proteggermi” sentì su di sé lo sguardo interrogativo del padre ma non gli lasciò il tempo di chiedere spiegazioni “Gliela ho dato io, doveva lavarla dal sangue che di certo avrai visto” fece un profondo respiro e preso coraggio si voltò incrociando gli occhi di Cosimo che iniziò a scuotere la testa senza capire “Vuoi dire che questo è il tuo sangue? Come ti sei ferita? Dove? Quando? Perchè non mi hai detto nulla?” preoccupato e allo stesso tempo arrabbiato Cosimo si avvicinò alla figlia cercando segni di ferite sul suo corpo, intravide la fasciatura sul fianco attraverso la vestaglia e scostandone un lembo cercò di capire come la ragazza se la fosse procurata.
Furono attimi interminabili, diverse emozioni si alternavano nella giovane che non riusciva a trovare le parole giuste da dire ma non poteva continuare a mentirgli, avrebbe accettato le conseguenze delle sue azioni da persona matura
“Ti ho visto nella radura questa mattina, ti ho visto cadere e poi allontanarti. Sono scesa e ho riposizionato il fantoccio, ho provato a colpirlo a corpo libero come mi insegnasti tu ricordi?” con un sorriso tirato cercò di sdrammatizzare la situazione tesa che si era creata ma senza risultati, sospirò e poi riprese il racconto “Sono riuscita ad affondare alcuni colpi ma poi..ho calcolato male le misure, dovevo fare un passo più in là ma la fretta e la precipitazione mi hanno ingannata e la lama della sua lancia mi ha ferita. Non è nulla di grave papà, Amélie mi ha medicata. Ti prego non portare rancore a lei, sono io l'unica responsabile, se c'è qualcuno che deve pagare le conseguenze delle proprie azioni sarò io”.
Ansiosa guardò il padre, la sua espressione era enigmatica, fin da quando era piccola era sempre stata brava a leggere ciò che il padre pensava o provava, erano in perfetta sintonia in ogni momento ma non ora, non quel giorno. L'uomo non si decideva a parlare, ad esprimere il suo disappunto o la sua comprensione allora Anna prese una decisione, ormai aveva detto la verità, tanto valeva dirla fino in fondo chiedendogli aiuto “Papà voglio che tu mi insegni ad usare la spada, voglio imparare a combattere” terminò la frase tutta d'un fiato ed appena l'ebbe pronunciata si morse il labbro inferiore aspettando la reazione di Cosimo...


Ultima modifica di Anniusca il Mar Apr 13, 2010 1:48 pm - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeMar Apr 13, 2010 12:59 pm

L'uomo stentava a credere alle sue orecchie, non solo si sentiva ingannato dalla figlia ma ora quella stessa persona azzardava una richiesta pur sapendo che lui non avrebbe mai accettato..
con un gesto di stizza gettò la camicia sul letto della ragazza...si girò dandole le spalle e guardandosi tutto intorno per prendere tempo, per cercare di riordinare le idee ma la collera che era dentro di lui era difficile da tenere sotto controllo...si rivoltò verso la figlia e con un tono di voce leggermente più alto del solito le rispose...
Per la prima volta vengo a sapere che mi tieni nascosta una cosa di così tale importanza..mi spii..mi segui...ti fai male e me lo tieni nascosto coinvolgendo una ragazzina...potevi morire per una sciocchezza o farti male più seriamente e ora dopo tutto questo mi chiedi di insegnarti a combattere e ad usare la spada... si voltò , alzò lo sguardo e ripetè la spada Aristotele mio..muovendo anche le mani quasi in modo di supplica, poi si voltò nuovamente verso la ragazza che non osava dire una parola in quel momento ti sei fatta male a mani nude pur avendo una buona pratica..questo a dimostrazione che non si è mai bravi abbastanza, io stesso come hai visto sono caduto da cavallo, è bastato un attimo di distrazione e sono stato ferito dal nemico...e ora cosa dovrei fare io? metterti una spada in mano e temere ogni istante per la tua vita?
Non ci penso affatto....e sappi che ti credevo più responsabile, non credevo che arrivassi a nascondermi qualcosa di così importante

La ragazza riuscisì a dire solo un "ma babbo.." che Cosimo che si era voltato e stava uscendo dalla stanza, tornò sui suoi passi e si piazzò davanti alla figlia posandole le mani sulle spalle e guardandole negli occhi...
Cucciola, te sei tutto per me, non posso permettermi che tu ti faccia male, quando avrai dei figli sono sicuro che capirai le mie apprensioni..ora se ti sei medicata bene quella ferita cerca di riposare...se ti farà ancora male chiameremo chi ti possa aiutarti

La collera del padre come era arrivata si era placata e uscì fuori l'amore paterno...ma uscì dalla stanza convinto che mai e poi mai le avrebbe messo una spada in mano...
Torna in alto Andare in basso
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeMar Apr 13, 2010 1:47 pm

Numerosi giorni erano passati dalla sua conversazione col padre ma il desiderio di apprendere l'arte della spada si era completamente impadronito di lei tanto da riempirle la mente in ogni istante della giornata. Non vi era notte che non passasse davanti allo specchio, stringendo un manico di legno che era riuscita a trovare nella bottega di un carpentiere in città, aveva affinato la posizione di difesa e anche gli affondi, seppur ancora rudimentali, erano migliorati.
Era una di quelle notti, tutto taceva nella dimora di famiglia, solo un lume posato vicino alla finestra rischiarava il buio che regnava nella camera della ragazza che dirimpetto allo specchio stringeva saldamente il bastone osservando negli occhi il suo riflesso. Con una delle estremità toccò la cornice dello specchio prima a destra e poi a sinistra con un veloce movimento delle mani, ripeté l'esercizio più e più volte aggiungendo un rapido spostamento dei piedi. Stava ripetendo la mossa per l'ennesima volta quando, allungandosi troppo verso la sua immagine riflessa, si piegò dolorante sul fianco tenendosi la ferita che giorni addietro si era procurata, con tutta se stessa sperò che non si fosse riaperta e preoccupata si guardò il palmo della mano sul quale non vide alcuna traccia di sangue.
“Non dovresti fare quei movimenti, la ferita non si è ancora rimarginata del tutto” sobbalzò sentendo la voce le padre provenire dalla porta, non si era accorta della sua presenza da quanto era presa ad esercitarsi e immediatamente si domandò da quanto la stesse guardando “Sto bene papà non devi preoccuparti. Combattere contro me stessa ha il vantaggio che siamo in due a ferirci e quindi non devo temere attacchi alle mie spalle” sorridendo cercò di sdrammatizzare mentre l'uomo le si avvicinava e le prendeva di mano il manico, lo fece roteare velocemente fra le sue mani bloccandolo poi a pochi centimetri dalla spalla della figlia che nemmeno per un istante aveva smesso di fissarlo negli occhi “Sei fermamente convinta di quel che vuoi figlia mia?” Anna annuì e quando il padre le lanciò il manico lo afferrò al volo con la mano destra “Vai a dormire, domani mattina all'alba comincerà il tuo allenamento. Dovrai essere in forma” senza aggiungere altro si voltò e richiuse dietro di sé la porta della stanza. Anna rimase ad osservare la sua immagine nello specchio mentre un sorriso soddisfatto le si dipingeva in volto..
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeMar Apr 13, 2010 3:21 pm

Cosimo sdraiato sul suo letto non era riuscito a dormire come avrebbe voluto, davanti agli occhi continuava a rivedere la camicia di sua figlia sporca del suo sangue, la sua bambina che si teneva il fianco cercando di resistere al doloro e lui ora gli aveva promesso di insegnarle ad usare la spada, ma era davvero quello che doveva fare un padre?

A volte Cosimo si domandava se con la sua cucciola si stava comportando davvero bene , se davvero gli stava dando i giusti insegnamenti o meno, sorrise nel pensare a suo padre con i suoi stessi dubbi e con più figli a cui a pensare..
ma forse era il momento che stavano attraversando, con un altra guerra all'orizonte che lo rendeva così dubbioso sul suo comportamento.
Sapeva bene quanto valesse quella ragazza ma il solo pensiero di perderla perchè magari troppo sicura di se nell'uso della spada faceva si che il suo stomaco si stringesse in una tenaglia e gli facesse venire una forte nausea.

In quel letto Cosimo si girava e rigirava..pensava a quando la vecchia cameriera che avevano prima di Amèlie gli si piazzò davanti con quel pargolo in mano dicendole che lo avevano lasciato fuori alla porta..sapeva a memoria le parole che sua madre le aveva scritto e lasciato insieme alla bambina e ora quella bambina voleva imparare l'uso della spada da lui..

Fuori si intravidevano le prime luci del mattino mentre un gallo iniziò a far sentire a tutti il suo grido..,, non era più tempo di dormire, aveva una promessa da mantenere e toccava a lui mantenerla anche perchè immaginava che la figlia potesse rivolgersi a chiunque, quindi meglio che lo facesse lui...

Si iniziò a vestire lentamente, uscì dalla sua stanza e si diresse verso quella della figlia. Sorrise nel vedere ancora la statua amputata dalla francesina, quella ragazza si stava rivelando davvero un ottimo acquisto per la famiglia Espero...l'odore della colazione riempiva il palazzo, anche se era lì da pochi giorni si capiva subito che c'era lo zampino di Agnese..
Si fermò alla porta e bussò

La figlia l'aprì immediatamente, era già pronta a solo l'Altissimo sapeva da chissà quanto...
Ciao papone, buongiorno....
Buongiorno, sei pronta vedo!

la ragazza sorrise al padre e ....prontissima, credo di aver dormito pochissimo al solo pensiero di oggi....non potrò mai ringraziarti abbastanza...avrò il maestro di spada migliore di tutti
Cosimo scoppiò a ridere...Ora non esagerare e sopratutto non dirlo davanti a zia Roy...prendiamo qualcosa da mangiare da Agnese e andiamo di corsa dove...mi hai spiato naccherina mia...
Torna in alto Andare in basso
Anniusca

Anniusca


Numero di messaggi : 48
Data d'iscrizione : 24.08.09

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeMer Apr 14, 2010 1:42 pm

In silenzio seguiva il padre, osservava ogni suo movimento anche nel camminare come se in quei semplici e quotidiani gesti fosse racchiuso qualche segreto che fino ad allora le era stato celato. L'uccellino che la mattina precedente si esibiva in un delizioso monologo ora taceva probabilmente lontano oramai da quella foresta, nascosto in qualche nido chissà dove; padre e figlia si erano incamminati a piedi stringendo tra le mani le briglie dei loro destrieri che fedelmente a capo chino calcavano i passi dei padroni. Rodrigo pareva agitato, ansioso. Come se intuisse che qualcosa stava per succedere, che a breve sarebbe dovuto entrare in azione lui e come non mai sembrava impaziente di raggiungere la destinazione.
Oltrepassarono la collina e dall'alto del promontorio osservarono la piana dove alcune ore prima la giovane si era ferita coi ferri di Cosimo; l'uomo percepì un tremore da parte della ragazza che era al suo fianco e senza farsi notare le lanciò uno sguardo per capire a cosa fosse dovuto: paura, ripensamento o cos'altro? L'espressione di Anna, che fino ad allora era sempre stata per lui chiara come uno specchio sembrava essersi velata dietro un telo e gli risultava difficile leggerla. Non appena la fanciulla si accorse dello sguardo che ricadeva su di lei lo guardò con aria interrogativa aggrottando la fronte
“Che succede padre? Hai cambiato idea? Non dirmi che non intendi più insegnarmi a duellare con la spada perchè...” prima che potesse continuare la risata di Cosimo la interruppe, dolcemente le accarezzò la guancia e cominciò a scendere lo scosceso pendio.
Anna rimase a fissare il folto del bosco per qualche istante, la sensazione di quel gesto ancor sulla pelle. Ormai era cresciuta e le affettuosità tra lei e il padre erano diminuite seppur il loro legame fosse sempre saldo ma quel gesto l'aveva felicemente sorpresa facendole nascere un sorriso sul volto ed aumentando la sua voglia di cominciare quella nuova prova per impegnarsi al massimo delle sue capacità affinchè il padre non fosse deluso da lei.
Posata una mano tra la nera criniera di Rodrigo raggiunse l'uomo ed in silenzio attese sue istruzioni sull'addestramento che avrebbe dovuto intraprendere.
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeMer Apr 14, 2010 8:42 pm

La guardava diritta negli occhi sorridendo...sua figlia doveva essere ansionsa..sicuramente nervosa nel bene e nel male..
Cosimo scese da cavallo...in un altro momento avrebbe aiutato sua figlia a scendere dal suo ma non facendolo volle iniziare a dare un segno che da quel momento doveva essere completamente autonoma...
prese le briglie dei due cavalli per legarli ad un albero guardato con sorpresa dalla figlia...
Non servono i cavalli papà?
lui finse di non sentirla, legò i cavalli e tornò da lei in silenzio...gli si fermò davanti e guardandola negli occhi..
Sicura di volerti allenare?
la ragazza si sentì al centro di chissà quale rito e senza dire una parola annuì
bene, da questo momento sarò il tuo maestro d'armi e non tuo padre...dovrai essere seria e concentrata in tutto quello che farai....
per prima cosa ci alleneremo con la mente, affinchè tu possa prendere possesso della tua forza mentale....poi penseremo al corpo, ancora di più di quanto non abbiamo fatto fino ad ora..

ma babbo , io credevo che usassimo subito il fantoccio... sorridendo ...ho un conto in sospeso con lui

Babbo? Cosimo prego....e il fantoccio lo vedrai quando te lo dirò io....e ora iniziamo....
avrebbe voluto stringerla a se e farle fare tutto quello che avrebbe voluto fare lei....come aveva sempre fatto... ma doveva essere duro se voleva fare di lei una donna capace di dinfendersi sempre...e cosi adottò quella linea dura, la stessa che suo padre Lorenzo aveva usato con lui...e proprio come fece suo padre ...iniziò a fargli fare degli esercizi di respirazione....esercizi che il padre aveva appreso in qualche suo viaggio ma che si rivelarono efficaci per acquisire concentrazione...

I due si misero uno di fronte all'altro senza armature e iniziarono a lavorare
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Gen 21, 2011 1:21 am

Anniusca Fissava il suo maestro negli occhi, il suo atteggiamento freddo e severo gli incuteva un'autorità maggiore di quanta la ragazza ne avesse mai riconosciuta nel padre. Gli aveva sempre portato rispetto ma quella sua nuova posizione l'aveva sorpresa, solo alla fine del suo addestramento avrebbe potuto capire quanto quel comportamento era stato utile se non necessario ai fini della buona riuscita dell'allenamento.
Sbuffò quando Cosimo le disse in cosa sarebbe consistito l'esercitazione, si aspettava azione, voleva impugnare la spada e cominciare con affondi, fendenti e montanti ma nessuna delle sue repliche e dei suoi sbuffi sembravano smuovere l'uomo che imperterrito continuava a sostenere lo sguardo della giovane ribelle finché questa non si arrese.
I cavalli alle spalle di Cosimo avevano cominciato a brucare l'erba tranquilli e la trepidazione di Rodrigo sembrava essersi spenta insieme a quella della giovane che ancor non capiva l'utilità di quegli sciocchi esercizi. Come se le avesse letto nel pensiero Cosimo cominciò a parlare spostandosi dalla sua posizione e girando attorno alla sua allieva “La tua respirazione deve essere corretta fin dall'inizio dell'addestramento in modo tale da evitare di partire col piede sbagliato. Devi essere concentrata, non sottovalutare questa esercitazione perché ti sembra banale. Richiede molta attenzione, non devi in alcun modo distrarti e...smettila di sbuffare” si fermò alle sue spalle così che non potesse vederlo ma raccogliere tutta l'attenzione sulla sua voce.
“Se riuscirai a mettere in pratica ogni cosa che ti dirò ogni miglioramento che apporterai ti permetterà d'essere sempre nella condizione ottimale di contrazione ed espansione muscolare. In caso contrario la qualità del lavoro muscolare inizia ad essere compromessa con conseguenze dirette sull'equilibrio, sulla potenza, la fluidità e non ultimo sulla lucidità e velocità di reazione e quindi sulla tua concentrazione; tutte situazioni che in combattimento non si devono verificare o potrebbero avere tragiche conseguenze”. Anna chiuse gli occhi facendosi pervadere dalle parole del maestro che sembrava ripetere delle formule imparate a memoria, probabilmente anche Cosimo ora riviveva in quegli istanti l'allenamento che da piccolo gli aveva impartito il padre.
“Un utilizzo corretto della respirazione migliora sensibilmente la qualità della prestazione conferendoti maggior forza d'attacco e più resistenza ai colpi che ricevi. Deve essere educata, moderata. Bisogna cercare di spostarla dalla parte alta del corpo verso quella bassa, più precisamente verso l'addome” muovendo le labbra la ragazza si ripeteva le parole che le erano appena state pronunciate come a volerne assimilare meglio il significato, non vi trovava nulla di difficile e tutto le sembrava così spontaneo che ancora non comprendeva perché il padre volesse soffermarsi su quegli esercizi perdendo tempo prezioso all'addestramento “Va bene, fin qui ho compreso. Quando comincia la parte pratica?” esordì la giovane con una leggera nota di impazienza nella voce, l'uomo bloccò la frase che stava dicendo e serrò le labbra quasi stesse cercando una risposta o una giusta punizione all'arroganza della sua allieva.
Nemmeno si rese conto del braccio che si abbatté sul suo fianco sano spezzandole il fiato e facendola piegare in avanti, mordendosi il labbro trattenne il lamento che istintivamente il colpo le aveva provocato. Riaprì gli occhi raddrizzandosi nuovamente e davanti a sé vide Cosimo che la fissava “Non eri concentrata. La tua respirazione era errata” la riprese serio con un tono piatto
“Non era pronta, non me lo aspettavo e...”
“Non vi sono scuse. In combattimento il nemico non avvisa prima di attaccarti, devi sempre stare all'erta, percepire ogni rumore presente nella realtà esterna a te e mantenere la giusta respirazione che deve avvenire il più possibile con il naso anche se l'apporto di aria sarà minore. Devi cercare di ottenere una respirazione lenta e profonda nella fase di recupero in questo modo la tua muscolatura si rafforza diminuendo la potenza dei colpi che ricevi dall'avversario” guardandola negli occhi colse nella giovane una scintilla che fino ad allora era rimasta celata, trattenne un sorriso pensando a quanto giorno dopo giorno la figlia gli assomigliasse “Inspira durante le parate, espira negli attacchi” senza attendere alcun cenno d'assenso ripeté il colpo che in precedenza aveva colto alla sprovvista la ragazza.
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Gen 21, 2011 1:23 am

...al secondo colpo, la ragazza si fece trovare pronta, ma per lui non era ancora abbastanza e non perse tempo a farglielo notare...
brava ma devete essere ancora piu concentrata..
ancora di più?
Cosimo la guardò con sguardo severo..non c'è mai un limite alla concentrazione..ricordatevelo,,e ora basta chiacchiere e seguite con attenzione questi esercizi di respirazione..
Tornò a posizionarsi davanti a lei e le ordinò di divaricare le gambe e mettere le mani sui fianchi...
iniziò a farle fare una serie di esercizi tutti orientati ad una buona respirazione..
Le aveva dato del lei, se pur a malincuore sapevo che la cosa poteva darle un dispiacere..ma in quel momento "io sono il vostro maestro e nient'altro"
usò le stesse parole che suo padre aveva usato con lui e ricordava bene quanto male ci rimase lui..
il tempo passava..lui gli girava attorno osservandola e con un ramo che aveva trovato lo urtava sulle gambe per farle riprendere la posizione corretta...
poi....
per oggi può bastare.
Anniusca lo guardò sorpreso quasi incredula ma lui continuò a parlare senza chiederle nulla
domani torneremo e continueremo con questi esercizi
a quella affermazione Anniusca ebbe da ridire...
ma come ancora questi esercizi...anche domani...
Cosimo velocemente la fece cadere per terra senza che lei se ne accorgesse..poi le porse la mano per farla rialzare dicendole che doveva ancora imparare ad essere concentrata, nel darle la mano la figlia provò a sorprendere il padre portandolo a se ma senza successo...
il padre sorrise e guardandola negli occhi disse..
sempre concentrata dando alla parola "sempre" un tono diverso e lasciando la mano facendola ricadere a terra nuovamente
su che e tardi e te sei stanca...e non sbuffare che ti vedo
si portò al cavallo e salendoci sopra aspettò che la figlia facesse lo stesso
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Gen 21, 2011 1:27 am

Rientrata dopo l'allenamento mattutino alla dimora di famiglia la giovane Anna sedeva su un soffice cumulo di fieno posto in un angolo della stalla, il suo sguardo fisso sulla parete in pietra opposta a lei sembrava perdersi ed allontanarsi dal luogo in cui si trovava mentre cercava di non cadere tra le braccia di Morfeo temendo che per l'ennesima notte i suoi sonni sarebbero stati travagliati da quel pauroso incubo. Il nitrito improvviso di Rodrigo la fece tornare tra quelle mura spoglie, il frisone la fissava con i suoi occhi scuri quasi a stabile un contatto con la padrona “Che ti prende Rodrigo?” gli domandò come se potesse risponderle, alzatasi gli andò incontro posando il palmo della mano sul muso nero mentre il cavallo sbuffando e pestando la terra con gli zoccoli nitriva una seconda volta.
Al tocco della ragazza lo spirito in fermento del frisone sembrò placarsi ruotando le orecchie da una posizione guardinga ed attenta ad una più rilassata “Non essere impaziente ed intrepido amico mio, presto giungerà anche il tuo momento. Un passo alla volta ed alla fine non sarà più una semplice ragazza quella che porterai in groppa ma un coraggioso e leale cavaliere”.
Sfiorò con le labbra il nero manto del suo fedele compagno mentre i loro occhi si incrociavano, in entrambi la stessa voglia di agire, la stessa testardaggine e smania tipica dei giovani animi ribelli.
Stanca si gettò nuovamente sul cumulo di fieno, la testa posata contro la fredda e nuda pietra, le braccia incrociate sul grembo e replicava in un sussurro la stessa formula cercando di ripetere gli esercizi imparati quel giorno “Concentrazione, respirazione lenta e controllata. Concentrazione...” Accompagnato dal leggero vento serale il mormorio si allontanò lasciando la stalla nel completo silenzio intanto che il re del sonno prelevava la ragazza per portarla nel suo regno...
Torna in alto Andare in basso
cosimo

cosimo


Numero di messaggi : 324
Data d'iscrizione : 29.03.09
Età : 50
Località : RR Mantua RL frosinone

Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitimeVen Gen 21, 2011 1:28 am

Il giorno seguente Cosimo andò a bussare alla porta della ragazza sicuro di rivivere la scena del giorno prima in cui lei apriva immediatamente la porta...ma nulla...non era così, bussò nuovamente e porse l'orecchio alla porta per sentire se riusciva a percepire qualche suono....ma nulla....
Aprì lentamente la porta e chiamando il nome della figlia faceva capolino senza entrare nella stanza...notò subito il letto intatto...la ragazza non aveva dormito nel suo letto.
Cosimo immaginava già che la figlia lo avesse preceduto nel loro luogo segreto, si domandava solo a che ora si fosse alzata visto che era ancora molto presto...
Si diresse verso le scuderie per andare a prendere il suo cavallo e la vide lì..sdraiata su di un giaciglio improvvisato..le andò vicino e rimase ad osservare la figlia vicino a Rodrigo che con il muso richiedeva qualche attenzione...ormai era una donna, presto sarebbe diventata sposa fiera..e magari anche madre...cercava di notare se nei suoi lineamenti vi fosse qualcosa dei Foscari...ma nulla, se non per il colore dei suoi capelli...per il resto aveva preso dalla famiglia Espero e lui ne andava fiero...
Rodrigo continuava a chiedere delle carezze e vedendosi ignorato lancio un piccolo nitrito che svegliò la ragazza..
babbo...oh babbo mi sono addormentata....
Cosimo sorrise...ti credevo già sul campo di battaglia, ma forse è il caso che tu vada su di un letto comodo e continuare a dormire ancora un pò
La ragazza si alzò in piedi come un grillo...prese la sella e la posò sulla groppa del frisone..Un ci penso affatto babbo...ho perso fin troppo tempo..e poi sono curiosa di vedere la seconda lezione del mio maestro
Sorrise Cosimo, si avvicinò al suo cavallo, vi montò e insieme ad Anniusca raggiunsero il loro campo di addestramento
Torna in alto Andare in basso
Contenuto sponsorizzato





Quel che io sono un giorno tu sarai Empty
MessaggioTitolo: Re: Quel che io sono un giorno tu sarai   Quel che io sono un giorno tu sarai Icon_minitime

Torna in alto Andare in basso
 
Quel che io sono un giorno tu sarai
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» Il giorno dell'abbandono
» Sono Arrivataaaaaaaaaaa
» sono solo!!

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Casato Espero d'Arno :: Giardino :: Stanza dei ricordi-
Vai verso: